Gli Effetti

Il passaggio del fuoco altera per lunghi tempi i rapporti tra gli organismi viventi presenti in un ecosistema forestale, uccidendone molti e consentendo l'ingresso di nuove specie, sia animali che vegetali. Gli effetti dell'incendio sono ovviamente diversi in base alla tipologia, all'estensione e all'intensità del fuoco, ma generalmente si possono ricondurre a:

Effetti di un incendio radente su un bosco di latifoglie - riduzione della biomassa presente nel bosco;
- riduzione delle popolazioni animali. Gli animali dotati di maggiore mobilità si sposteranno in altre aree, mentre quelli che non riescono a scappare o a nascondersi sotto il terreno muoiono a causa delle alte temperature;
- modifica della composizione chimica del suolo, con l'apporto di una notevole quantità di sostanza organica e con una alcalinizzazione del suolo;
- modifica delle condizioni microclimatiche, con un aumento dell'evaporazione idrica, dell'illuminazione del suolo, della temperatura e della velocità del vento;
- aumento dell'impatto della pioggia e conseguentemente dei rischi di erosione;
- diminuzione della presenza di microorganismi nel suolo e anche di funghi, in quanto molte specie possono essere distrutte direttamente dall'incendio o possono non trovare più le condizioni adatte successivamente al passaggio del fuoco a causa dei cambiamenti ambientali che si sono verificati.

L'ecosistema rinasce dalle proprie ceneri

L'ecosistema del boscoSecondo antiche leggende esisteva un mitico uccello, chiamato Araba-Fenice, che era in grado di risorgere dalle proprie ceneri più bello e più forte di prima. Il mito dell'Araba-Fenice rappresentava il trionfo della vita nonostante la distruzione delle fiamme. I boschi, anche in Umbria, dopo il passaggio di un incendio trasformano in realtà il mito della Fenice e risorgono dalle proprie ceneri. Purtroppo, però, soprattutto se gli incendi sono frequenti, perché ritornino più belli di prima sono necessarie molte decine di anni, se non addirittura qualche secolo. In altre parole dove c'è un bosco la vita non viene completamente distrutta dal fuoco. Alcune specie vegetali formano nuovi germogli, certi semi germinano la primavera successiva, qualche specie animale sopravvive poiché scappa o si rifugia nel sottosuolo e nuovi insetti, microrganismi e uccelli si insediano nelle difficili aree bruciate. Cambiano quindi molte specie di viventi così come le reciproche interazioni che li legano, ma, generalmente in breve tempo, si ricostituisce un nuovo ecosistema che evolvendosi ritorna ad assumere il tipico aspetto del bosco.

 

Cosa accade dopo l'incendio?


- Si sviluppano in maniera preponderante le specie erbacee, soprattutto le graminacee.
- Nascono nuovi alberi dai semi che non sono stati danneggiati dal fuoco, anche se per sopravvivere dovranno superare la difficile competizione con le specie erbacee.
- Le latifoglie resilienti (pirofite attive) emettono nuovi getti.

 


 

Le latifoglie secolari


Contribuiscono poco alla ricostituzione del bosco, perché la loro capacità di reazione ai traumi attraverso meccanismi di resilienza (emissione di nuovi getti dalla base) diminuisce con l'età. I ricacci della pianta nel riquadro sono molto meno sviluppati di quelli delle altre.

 

La forte illuminazione e l'aumento della temperatura favoriscono, almeno inizialmente, specie più adatte ad ambienti aperti che ai boschi densi, come le ginestre, le eriche o i cisti.

La copertura vegetale del terreno si completa nel giro di 2-3 anni, tempo purtroppo sufficiente a consentire a pioggia e vento di impoverire il terreno,
asportandone gli strati più superficiali.

Le latifoglie resilienti (vedi pag. 39), arboree ed arbustive, emettono nuovi getti dallabase del fusto (polloni) che si sviluppano rapidamente superando la concorrenza delle specie erbacee a ciclo annuale. In Umbria, ad esempio, si comportano così la roverella, il leccio, la ginestra e l'erica.

Le nuove piante erbacee, arboree ed arbustive emettono apparati radicali che nel giro di pochi anni sgretolano lo strato impermeabile formatosi dopo l'incendio e ristabiliscono una maggiore capacità di immagazzinamento dell'acqua negli strati più profondi del suolo.


I Pini mediterranei, come il pino d'Aleppo, il pino marittimo e il pinodomestico presenti anche in Umbria, sono considerati piante resilienti. Essi infatti hanno pigne che si schiudono dopo il passaggio del fuoco. Le fiamme distruggono le piante adulte,ma i semi che cadono sul terreno farannonascere nuovi alberi.

Cambiano gli uccelli

Durante i primi anni di rinascita del bosco si riducono le possibilità di rifugio per molti uccelli e cambiano le opportunità di trovare cibo. Si verifica così, dopo l'incendio, un sensibile cambiamento nella quantità e nelle specidi uccelli presenti.
Ad esempio, essendoci molte graminacee nelle fasi di ricolonizzazione sono presenti molti uccelli granivori.

Nuovi Insetti

Dai boschi vicini, vengono attratti nelle zone bruciate gli insetti xilofagi (mangiatori del legno) e funghi lignivori. Talvolta, dopo averattaccato le parti
morte, insetti e funghi attaccano anche le parti sopravvissute all'incendio.

I piccoli mammiferi , almeno in parte, ritornano dopo il passaggio dell'incendio, anche se è stato dimostrato che lo stress provoca una diminuzione del peso corporeo.